giovedì 17 maggio 2012

PADOVA - Il primo Giorno

Le pagelle le ha fatte Luca. La frase del weekend l’ha scritta Fabio. I video li ha girati Di Lembo Junior. Spiegatemi allora che ci sto a fare io. Ah si, adesso ricordo. Avevo promesso un articolo, un pezzo che riassumesse la tre giorni veneta, trionfante quanto esilarante. E formativa. Non tanto per noi vecchietti, quanto per le squadre che hanno provato a mettersi di traverso tra il Taurinia e il titolo di campioni del centro nord. Aspetta che lo ripeto, per i più distratti: regolamento (ce n’era uno?) assurdo a parte, siamo i campioni Acli 2012 per il Centro Nord. Alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe Totò. E la battuta cade a fagiolo perché la prossima tappa sarà proprio Napoli. Al futuro ci penseremo poi. Per adesso voltiamo leggermente la testa all’indietro e diamo un’occhiata a quello che abbiamo realizzato giusto qualche giorno fa.

Un torrido venerdì di maggio
La strada pareva un miraggio.
Per Padova siamo partiti
Milano e la coda ci hanno inghiottiti.
Fuori caldo, diesel e gpl,
Dentro cerchiam calciatori con la “elle”.
Anonimo piemontese


Un viaggio lunghissimo. Si parte con qualche minuto di ritardo, ma il nostro destino è già segnato: a Milano infatti non si passa. La coda coinvolge persino la corsia del telepass. Ma anche questo è un buon modo per familiarizzare e –direbbe Saint Exupery – “addomesticarsi”, creare dei legami. Quale veicolo universale se non il calcio? Max Trombini è il campione: sforna nomi di calciatori che iniziano per tutte le lettere dell’alfabeto come se fosse la cosa più facile del mondo. Pensandoci, fa la stessa cosa con i piedi: quando la palla sembra indomabile per noi comuni mortali, lui la mette giù e lei rimane lì, mansueta. Fuoriclasse dentro e fuori dal campo. Probabilmente solo Cristian potrebbe competere con il mostruoso fratello, ma il cellulare gli confonde i pensieri e da buon fratello maggiore, lascia la scena al minore. Beh poi c’è Andrea Merlo, il Robin Hood degli Autogrill, ma soprattutto il miglior menestrello possibile. Vale la pena di riportare almeno due delle storielle che hanno intrattenuto la platea di fondo. Scena: ingresso di una discoteca in alta quota. Un freddo cane e i ragazzi in questione aspettano da mezz’ora di entrare. A un certo punto, uno di loro (Andre, of course) ha un’idea geniale: guarda i suoi amici e nota che sono tutti piuttosto dotati, lui compreso, di un naso decisamente importante. Ed ecco l’intuizione. Si fa largo in mezzo alla folla, dicendo: “Fate passare, fate passare, siamo dei Nas!”. Risate generali tra gli avventori della discoteca e anche tra i passeggeri in coda alla barriera di Milano.

Poi: un personaggio che chiameremo A (che altri non è quel genio di Andrea) vuole farsi beffe di un personaggio che chiameremo B (anch’egli presente nella trasferta padovana e le cui iniziali sono FC). Avete presente la spettacolare pubblicità della Tim che aveva per protagonista, tra gli altri, Gandhi? Benissimo. Allora A dice a B: “Ma quanti soldi avrà preso Gandhi per fare una pubblicità del genere?”. B: “Ma non saprei…almeno 500.000 euro!”. Interviene C (amico in comune di A e B), che fa: “Ma stai scherzando?!”. A è quasi contento, finalmente una persona con un po’ di acume. Ma C rovina tutto: “Ma ne avrà presi almeno il doppio!”.
Le soste all’autogrill ci regalano parecchie confezioni di gommose e anche qualche discreta figa di passaggio. Quando si riparte è Ametrano a catturare la nostra attenzione: canotta bianca, baule aperto su un mondo fatto di tavoli e sedie pieghevoli, scatolame, cibi sott’olio, coperte, tovaglie. Risale in macchina e lascia il baule aperto, mentre il passeggero, chissà perché, ride con noi che ridiamo di loro.
Alle 22,30 siamo già a Padova. Siamo stremati dal viaggio e parecchio affamati. E la pasta fredda con qualche affettato non è il massimo della vita. Un pasto che manda su tutte le furie uno notoriamente poco incline al borbottìo come Maurizio “Taulin” Schiavello: in 25 gli chiedono perché non avesse toccato cibo (qualcuno ha fatto il bis, domandoglielo 2 o 3 volte), lui risponde che non mangia gli insaccati, mostra una certa insofferenza e si siede da solo, in evidente segno di protesta. Chiede del prosciutto crudo, glielo affettano, ma prima che possa anche solo sentirne il profumo, una mandria di gnu lo travolge, ignorando le sue rimostranze. Serata decisamente sfortunata, avrà modo di rifarsi sul campo la mattina e il pomeriggio seguenti.
Gli atleti scelgono di andare a fare un giretto, alla scoperta di Abano. Di fronte al proprio hotel, ce n’è uno dal nome curioso: Vena d’Oro. Da approfondite indagini si scopre che Max ha una stanza - offerta dalla direzione – disponibile in qualsiasi momento. La fama lo precede.
Sulla sinistra invece c’è un pittoresco albergo color rosa shocking, un pugno in pieno viso, che pare uscito da una puntata di Miami Vice. Poco più avanti il Mint Lounge, che fa molto Las Vegas e che annovera qualche tacco da vertigine e parecchio materiale su cui mettere le mani. A un certo punto si avvicina Puyol e parte solo il primo di una lunga serie di “Che hai oh?!” di bomber Tassone. Si cerca disperatamente una gelateria. Si trova ed è gestita da un napoletano doc. Solo il primo di una lunga serie di segni.
Finalmente è ora di andare a nanna. Piccole scaramucce per l’assegnazione delle camere. Qualcuno si dirige infuriato verso la 206 ed esclama: “Adesso mi dovete spiegare perché devo dormire con il Russatore Folle!”. Glielo spiegano ma rimane sulle sue posizioni e va a dormire di umore decisamente Nero. Il destino però gli ha riservato un trattamento speciale. Ciò che purtroppo non si può dire del suo compagno di stanza, immune a spray e cerotti specifici.
Calano le tenebre, il caldo non accenna a diminuire. Cosa passa nei sogni dei ragazzi del Taurinia? I Ringo di straforo, le gambe della bionda signora riccia, un direttore sportivo amico dei bambini e dei cani, “F-F-F…Frezzolini!”, Ametrano, “Ma quindi meno di 500.000 euro?”, Autogrillo… “Che hai oh?!”.
“Guardano” cose diverse, ma nei loro cuori c’è un’unica grande speranza: avere il numero della signora bionda. Ah, e vincere la coppa, ovvio.

mercoledì 2 maggio 2012

Padova, terra di leggende...




E bravo Mirko. Oltre ad avermi dato la giusta imbeccata per un nuovo articolo, il nostro Canarino Nero dimostra di conoscere davvero quello sport meraviglioso che è il calcio. In special modo il calcio di casa nostra e la sua ricca storia. Hai ragione, Mirko, nel 1953 Nereo Rocco, chiamato a risollevare le sorti di un Padova in grave crisi di risultati, fu allenatore e padre putativo di un giovane meridionale, appena giunto nella provincia veneta in cerca di gloria calcistica. Il suo nome era appunto Pasquale M. Crotonese di nascita, ma trasferitosi a Platì all’età di 5 anni, Pasquale muove i primi passi nella squadra locale, l’AS Picciotteria. Soprannominato “Minotauro”, per l’imponente testone e la furia con cui colpisce i malcapitati avversari che osano dribblarlo. Soprattutto è molto geloso della sorella e non passa giorno in cui non colpisca quasi a morte i pretendenti che le ronzano intorno. Il ragazzo cresce a vista d’occhio, il cranio è ormai quello di un adulto, la mascella poi è roba da museo. La scuola invece non procede esattamente a gonfie vele: il cervello, spiazzato dalla quantità di spazio disponibile, comincia a soffrire di agorafobia e si rifugia in uno spazio molto ristretto, evitando accuratamente ogni contatto con il mondo esterno, specialmente quello scolastico. L’effetto è estremamente singolare: Pasquale sviluppa una strana concezione teologica, qualcosa di inedito nel campo della religiosità. Una concezione biteista della religione che vede al di sopra di tutto, due entità: Dio e la Madonna. Ma, forse per il background in cui cresce, accostati al mondo animale. Una visione molto concreta che secondo alcuni studiosi, sfocerebbe addirittura nel sacrilego ed eretico: non è raro infatti sentirlo esclamare, ma sarebbe più giusto invocare, un “Dio Cane” o un “Porco Dio”. Quelle che potrebbero apparire come bestemmie, sono invece testimonianze, residui dell’infanzia trascorsa nell’aia del cascinale di famiglia.
Pasquale va malissimo in grammatica ma eccelle in matematica. Di lui si ricordano temi intitolati “La gente al loro paese faceva gli operai” o “Il padre era una fonte dove mangiare”, ma anche la scoperta del cosiddetto teorema di Trabbucco, in cui Pasquale dimostra con complicate operazioni matematiche che risulta impossibile farsi fottere tenendo il contante in una mano e il giocatore dall’altra.
A 16 anni è pronto per il salto nel mondo del professionismo. Particolarmente adatto al cosiddetto “catenaccio”, uno schema che si sta affermando proprio in quegli anni grazie all’intuizione di un certo Nereo Rocco, Pasquale è di fronte ad un bivio: rimanere al sud e quindi puntare sul Palermo, unica squadra del mezzogiorno nella Serie A del 1953/54 o trasferirsi nell’industrioso nord, dove i club blasonati abbondano e sono pronti a sborsare cifre folli per marcatori come lui? Non senza qualche Dio Cane, Pasquale opta per la seconda ipotesi. Raduna la sua roba (un’enorme coppola, la calcolatrice e qualche mocassino) e tiene un commovente discorso alle persone che si radunano nella piazzetta di Platì per salutarlo: “Sicuramente sono stato bene eccetera. Penzo che poi il succo del discorso sta poi qua, nel senso che debbo antare al nord a cercare, voglio dirvi, di fare fortuna. Mi raccomandi, non toccate mia sorella perché Giga Madonna quando torno, voglio dirvi, ho delle certezze quasi sicure di spararvi”.
Approda così al Milan, ma dopo un alterco con l’addetto al terreno di gioco (Pasquale insisteva per giocare su un campo in “sintietichi”), viene spedito in prestito al Padova, in serie B, in un momento molto delicato. Nonostante giocatori d’indubbio valore, i veneti rischiano addirittura di retrocedere. Pasquale è inquieto. In una lettera alla mamma scrive: “Abbiamo stati sconfitti anche domenica, questi stronzi non pacano più, questo mese non ti mando un gazzo”.
La storia, cari signori, è in equilibrio su un filo molto sottile. Tra la caduta e la risalita c’è un uomo. Il suo nome è Nereo Rocco. Da wikipedia: “Rocco non rimase però disoccupato a lungo: fu infatti chiamato a salvare un malcapitato Padova, relegato nei bassi fondi della cadetteria, pur avendo in rosa giocatori di categoria. Dopo una salvezza insperata, Nereo Rocco preparò il suo Padova per il grande salto in serie A, che avvenne nella stagione successiva”. Le tessere del puzzle ritornarono, lentamente, al proprio posto. La stagione era salva e si profilava addirittura un ritorno nella massima serie. Pasquale scriveva entusiasta: “Mamma, dio cane, qui antiamo in Serie A! Qui faccio i soldi, dicci a zia di mandarmi su il cuginetto Antonio, che lo piazzo in qualche squadra e ci mangio sopra tenendomi i rimborsi. Questo non dirlo a zia né ha Antonio”.
Il rapporto con il burbero Rocco è da subito idilliaco: lo stratega stravede per Pasquale, sempre pronto a mordere le caviglie degli avversari, manco fossero costine da spolpare. I tifosi impazziscono per la “belva coi mocassini”, com’era stato soprannominato dalla stampa. Nella sessione acquisti estiva Rocco fece acquistare Blason, già con lui nella Triestina che si piazzò seconda, Moro, Azzini e proprio M., riscattato dal Milan e destinato a diventare uno dei suoi fedelissimi. Nella stagione 57/58 il Padova si classifica terzo e negli anni successivi continua a piazzarsi nelle zone medio-alte della graduatoria. Il rapporto con el paròn è sempre più stretto: non sono rari i casi in cui Pasquale viene invitato a casa Rocco per pranzi e cene in cui il mastino calabro dà il meglio di se, svuotando la dispensa. Dopo 4 anni arriva il primo gol in serie A: di testa, da metà campo. Uno dei primi cronisti dell’epoca lo incontra negli spogliatoi per raccoglierne le emozioni: “Il gol è servito a stemperare tutta questa tensione eccetera. Certo che potevamo anche vincere se Blasoni avrebbe segnato quel gol, dio cane…Poi, macari, neanche se facevamo quel gol, non è facile voglio dirti”. Sollecitato poi sulla carica eccezionale dei tifosi padovani:
-         “Beh giocare qui al Silvio Appiano è incredibile voglio dirti. Parti col dito avvelenato, sempre e chi viene qua ci spacchiamo il culo”.
-         Appiani. Forse intendevi dire Appiani”.
-         Appiano. Silvio Appiano”.
-         “Il nome è Silvio Appiani, militare, attaccante e allenatore, goleador del Padova di inizio secolo. Magari informarsi…”.
Pasquale non rispose. A parole. Ma ci tenne a spiegare le sue ragioni. Coi fatti. Sparò infatti al cronista, a bruciapelo, in Piazza dei Signori, di fronte a una folla brulicante. Un brillante carriera fu così interrotta. Prese 5 turni dal giudice sportivo e 20 anni dal processo penale. Nereo Rocco ci rimase così male che una volta decise persino di rinunciare ai 9 difensori che utilizzava di solito.
Uscito di prigione, nel 1979, Pasquale era un uomo diverso. Molto più spietato. Si trasferì dalle nostre parti e cominciò un’intorcinata attività di compravendita di giovani giocatori che gli ha permesso di comprarsi il bmw, il sogno di una vita e un abbigliamento fatto di accostamenti spumeggianti, al limite della percezione dell’occhio umano. S’è fatto un nome, potremmo dire. Non è raro sentirlo incitare la propria squadra (e ne ha parecchie), in qualche campetto di provincia: “Vai, dio bastiani!”. Ha pagato il suo debito con la società. E’ la società, o meglio le società, a dovergli ancora un bel po’ di soldi.
Da allenatore Nereo Rocco è passato alla storia del calcio come colui che introdusse in Italia il catenaccio. Da calciatore prima e da direttore sportivo poi, Pasquale M. è passato alla storia come colui che introdusse in Italia nuove bestemmie e la tratta dei giovani calciatori del sud. Un pioniere. Col mocassino. Una leggenda. Macari no.

lunedì 26 marzo 2012

Senza PUDORE


Cari amici, ma soprattutto care amiche del Taurinia.
So come vi sentite: dopo un campionato perfetto, ecco la caduta dei giganti. Due sconfitte consecutive fanno male. E poco conta, lo so, la perdita per infortunio di elementi cardine. Perdere fa sempre male. Quando ci si sente imbattibili, si può morire.
Eccomi qui, allora, come sempre per condividere con voi qualche riga, per alleggerire il clima e portare la tranquillità necessaria a concludere il campionato. Ovviamente in testa.
Qualche giorno fa, nei miei peregrinaggi web, mi sono imbattuto nel sito di cui allego la foto. Era un cosidetto pop-up, una finestra web a comparsa, apertasi chissà come. Premetto – so che lo state pensando – che non ero appena stato su siti a luci rosse: solo qualche download illegale. Niente di più.
Sono stato colpito dalla sobrietà del design e dalla schiettezza del messaggio. Per questo ho effettuato un rapido screenshot, per non correre il rischio di perdermi questo gioiellino della prosa. Il titolo, innanzi tutto, davvero incoraggiante: “Preparati A Fottere Una Donna Diversa Ogni Singolo Giorno…”. Uao! Fottere con la f maiuscola! Roba forte. Una donna diversa tutti i giorni, troppa grazia. Cominciano a prudermi i testicoli e continuo la lettura. C’è un “ma”: “Ma Prima Leggi Le Nostre Linee Guida Sotto”. Ci sono delle regole. Giusto. Mica si può fottere una donna diversa tutti i giorni così, a caso, senza un metodo ben consolidato. Vado subito a leggere. Non si parla di soldi ed è già un sollievo. Hanno già 500.000 membri, concorrenza del cazzo… Poi ti mettono la pulce, il dettaglio che solletica: è probabile che “tu possa vedere un profilo di qualcuno che conosci.” Merda. Fighissimo. “La segretaria del tuo ufficio”, maialona…”una ragazza della tua università”, vuoi vedere che… “La tua ex fidanzata”. Gelo. Ora io non so quale mente malata si celi dietro a un testo del genere, ma per quanto mi riguarda non sarei contentissimo di trovare la mia ex fidanzata su un sito in cui un uomo Fotte Una Donna Diversa Ogni Singolo Giorno e i cui membri hanno foto esplicite sul loro profilo! No, l’idea non mi eccita più di tanto. L’idea evidentemente eccita lei, ma a me, non so perché, mi entusiasma un po’ meno.
Ma andiamo oltre, non pensiamo alla mia mentalità all’antica. Dicevamo che ci sono delle regole. La prima regola è, fateci caso, la stessa prima regola del Fight Club. Riporto: “1. Se vedi qualcuno che conosci, NON lo pubblicizzare. Non spargere voci”. A parte che sarebbe “Non spargere la voce”, ma sorvoliamo. “Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club”. Se nel circolo particolare di Pitt/Norton la regola è comprensibile e auspicabile, nel caso di senzapudore.net non è così chiaro: perché non posso dire a un membro di sesso femminile di aver visitato il suo profilo e aver visto quella gangbang in mezzo a 8 africani? Posso cliccare il tasto “Mi piace” vedendo la foto di un membro di sesso femminile alle prese con un cavallo, ma non posso esprimerle la mia stima di persona. Perché? Come faccio a Fottere Una Donna Diversa Ogni Singolo Giorno, se non posso abbordarla nella realtà? Mistero.
La regola n.2 è sul tema “Ehi cazzone, usa la testa, non pensare solo con l’uccello!”: ricordati cioè di “proteggerti dalle malattie trasmesse sessualmente”, “quando hai rapporti sessuali con uno dei nostri membri”. Due cose, al volo. Primo: se decido di iscrivermi a un sito, in cui, ormai è abbastanza chiaro, un uomo Fotte Una Donna Diversa Ogni Singolo Giorno, devo essere cosciente che la donna che andrò a fottere stasera, ieri sera è stata fottuta da qualcun altro. A meno che qualche Donna, tipo la mia ex fidanzata, violi il codice etico del sito e si faccia Fottere Da Due Uomini Diversi Nello Stesso Giorno. Tutto questo per dire, che mi pare una regola un po’ buttata lì, una specie di “può avere controindicazioni, leggere attentamente il foglietto illustrativo”. Noi te lo diciamo che Fottere ecc. può nuocere alla tua salute, arrangiati. Noi ci siamo tutelati, da qui in poi sono fatti tuoi.
Secondo: suggerirei di proteggersi sempre, anche al di fuori dai membri del suddetto sito. O gli iscritti a senzapudore.net sono particolarmente cagionevoli?
La terza regola mi piace: puoi Fottere Una Donna Diversa Ogni Singolo Giorno, ma ricordati che hanno un’anima. Probabilmente nascosta nello sciaquone o al fondo del cestone della biancheria sporca, ma ce l’hanno. E poi cosa vuol dire che una Donna si fa Fottere tutti i giorni, che è una pornostar? Tutto il contrario. Al massimo è scema, perché potrebbe essere milionaria. Rispetto ragazzi, rispetto.
La quarta è una chiarissima esca (se guardate bene si vede l’amo) per noi uomini, notoriamente poco interessati al sesso, specie se occasionale e selvaggio. Questi sono cliché da quattro soldi.
Il finale però è davvero inquietante: tutti questi bei discorsi sul Fottere, sulla segretaria (lascerei da parte l’ex fidanzata), sul segreto…per cosa? Cito testualmente: “Verrai scopato. Garantito!”. Ho capito: il meccanismo prevede che tutti i membri, Ogni Singolo Giorno, fottano qualcun altro. Quindi se io non trovo uno straccio di segretaria con cui Fottere, allora sarò io a venire scopato. Magari non m’iscrivo.

 
By Omar

martedì 6 marzo 2012

Captain TSUBASA

Qualcuno forse lo saprà già. Altri lo scopriranno in seguito. Alla maggior parte non fregherà nulla. Ma la notizia che un certo personaggio diventerà il direttore sportivo o meglio responsabile del settore giovanile di una delle società più gloriose in questo senso, non può passare inosservata. È il segno dei tempi: tempi difficili direbbe Charles Dickens. C’è grossa crisi, come diceva Guzzanti-Quelo: soldi pochini, lavoro nulla o quasi, un sistema economico in fase di inevitabile declino. Ma chi poteva mai immaginare che il signor B. (agghiacciante coincidenza) potesse diventare un pezzo grosso del Torino Calcio? Neanche nei miei peggiori incubi, l’Houdini del mercato invernale (da una mia felice intuizione), un ciarlatano bugiardo e opportunista (parola di un grande professionista), avrebbe potuto raggiungere un tale ruolo di responsabilità. E dire che in queste notti ho sognato il ministro Fornero che mi dettava un articolo giornalistico, senza lasciarmi la speranza di metterci del mio. Tanto per dare un’idea della mia bizzarra mente.
Per stemperare un attimino tutte queste tensioni eccetera, mi viene in soccorso uno dei capisaldi di noi calciatori dilettanti: Captain Tsubasa. Vedo facce perplesse. Ah, ho capito: siete un po’ tutti provincialotti e molto poco “globali”. E allora parlo più europeo: Holly e Benji. Versione europea del giapponese Captain Tsubasa, il vero nome di Oliver Hutton. Subito due constatazioni, on-the-fly, al volo: mentalità asiatica ed europea a confronto. Da una parte la concezione autarchica, dittatoriale: un solo, grande protagonista, vale a dire Tsubasa, il numero 10 che fa battere il cuore di Patty e di tutti i tifosi; dall’altra, un’oligarchia o un duomvirato: ben due protagonisti, Holly e Benji, il formidabile portiere che arresta i tiri con una sola mano. A meno che Tsubasa non sia una parola unica per indicare Tsu=Holly e Basa=Benji. A questo punto crollerebbe tutto il castello, ma per fortuna nessuno di noi conosce il giapponese.
Holly e Benji è un cartone a 360°, adattato a grandi e piccini: quando sei piccino infatti, le rovesciate, le amicizie e le rivalità, il tifo esagerato, ti fanno sognare ad occhi aperti. Quando sei grande ti scompisci. Per due motivi: perché ti accorgi di quanto è assurdo; perché ti accorgi di quanto sei stato ingenuo a crederci. E non parlo dei soliti commenti, di chi ha visto qualche puntata qua e là, o ne ricorda qualche spezzone, sbiadito dagli anni che passano. Ma anzi, mi sento qui di confutare, dall’alto di tre serie scaricate illegalmente ed una attualmente in download, i tre maggiori cliché che riguardano questo controverso capolavoro dell’animazione:
1-   “Il campo è infinito”. Falso. Pensateci un po’. Stiamo parlando di bambini delle elementari, 7-8 anni al massimo. Il campo, a giudicare dagli impianti che si vedono, con pubblico tutt’intorno, riflettori e quant’altro, è standard: 90x120 mt. Nella migliore delle ipotesi. Quanto tempo ci mette un bambino di 7 anni a percorrere i 120mt (le azioni di Captain Tsubasa si svolgono sempre in verticale, il sogno di ogni tifoso) che separano le due porte? Non lo so, ma quando avevo sette anni io, facevo i 60mt in circa 10 secondi. Quindi, approssimando, un 20 secondi di media. Ora, non dimentichiamo che hanno il pallone tra i piedi, che, a quell’età specialmente, rallenta parecchio la corsa. E fanno una quarantina di secondi, il doppio. Terzo: avete presente quante volte si fermano a pensare ai cazzacci loro? Holly al padre marinaio (e si sa, una donna ad ogni porto…povero ragazzo), Tom Becker alla vita nomade per seguire il padre pittore (che in realtà è il papà di Bob Denver: hanno tutti e due gli occhi sempre chiusi), Mark Lenders a quella specie di allenatore che si ritrova (gli fa fare i tiri contro le onde…ma a cosa servono?), Julian Ross al cuore malandato, solo per citarne alcuni. Una puntata dura mediamente 10’. Ergo, il terreno di gioco finisce eccome. Anzi, secondo i miei calcoli, è persino più corto del normale…
2-   “Il campo è in salita”. Mehdi aggiungeva a questa affermazione un “zio fa!”, a mò di chiusa efficace. Falso anche questo. I campi di calcio, e chi ha giocato lo sa, sono fatti a “gobba d’asino”. Cioè sono concepiti per avere un leggero rilievo in mezzo che degrada sui lati. Il fine ovviamente è drenare al meglio l’acqua. So già cosa pensate e cosa avete da contestare: la gobba non è verso le linee laterali, ma verso le porte. E io vi rispondo: e allora? Tutto previsto e perfettamente verosimile. Tant’è che rispetta le famose leggi aristoteliche sul teatro. In una puntata in cui piove incessantemente, la scena finale inquadra Benji intento a recuperare da terra il mitico cappellino con la scritta WGenzo (a cui dedicherò prima o poi un pezzo): il fatto importante è che lo fa immergendosi e trattenendo ovviamente il respiro. Infatti l’acqua accumulata era arrivata a livello della traversa. Non li fregate i giapponesi…
3-   “Quando vanno in aria non scendono più”. Che sciocchezza. Come se venisse a mancare la forza di gravità. In realtà si tratta proprio di questo. La Mambo Football Club, la squadra di Julian Ross è geograficamente molto vicina all’area, tristemente famosa, di Nagasaki. A parte la malattia di Julian, evidente eredità della bomba atomica, pare che da quel tragico 6 agosto 1945 la zona investita sia occasionalmente caratterizzata da un’assenza di gravità. Ed ecco spiegato il mistero delle rovesciate di Holly, delle catapulte infernali dei gemelli Derrick (anche loro vittime delle micidiali radiazioni, i denti parlano per loro), i lanci spericolati di Ed Warner (a cui è stato dedicato un villaggio nell’isola di Shikoku, il Warner Village…questa è brutta, ne sono cosciente): occasionali assenze di gravità. Si spiega anche il curioso nome, Mambo, della squadra. Perché si va su e si va giù, su è giù…pensandoci era meglio Limbo. O al peggio Porno.
Voi direte: ma questi fenomeni accadono anche in altre partite, in altre città ed altri continenti. Vero. Ma c’è un proverbio che serve più di mille parole: tutto il mondo è paese.
Non è colpa mia. È la Fornero che mi dice come scrivere gli articoli…




 
By Omar

FC TAURINIA - ROVERS GRANATA

Continua la cavalcata con la 14° vittoria su 14 gare.

Partita "Maschia". Il ROVERS cerca di innervosirci commettendo numerosi falli. 
Il TAURINIA non si disunisce e soprattutto non si mette paura e vince meritatamente rischiando praticamente niente.
Gol del Bomber Dado di testa e doppietta su rigore di Max. Entrambi i rigori erano nettissimi e sullo stesso Max. Bella la lamentela di chi ha commesso il fallo sul secondo rigore : "...il fallo c'e', ma lui si butta mezz' ora prima !".

Risultati e Classifica. 


Incontri 17° Giornata – 5 Marzo 2012
Incontro
Campo
Ora
Risultato
1836
SAN GIORGIO
NITTI
21:00
1 - 3
DRINK TIM
SPORT CARS
LUCENTO 1
21:00
5 - 1
WILLY NILLY
GIO.NE.GIO
SANTA RITA
20:40
0 - 0
AUTOFFICINA NOTARI
BLUES
BARRACUDA
20:45
1 - 1
CRAL O.I.R.M.
FUTURE FASHION
CAMPO VENARIA
20:45
1 - 5
FC TAURINIA
ROVERS GRANATA
LUCENTO 2
21:00
3 - 0
OLIMPIK
WARRIORS
RIVER MOSSO
21:00
1 - 5
PROASMA SAN GIORGIO
BARACCA SPLIT
PALATUCCI
21:30
3 - 1
TNT SPORTING CLUB
PROEVOLUTION
CAMPO PASSO BUOLE
21:00
1 - 2
Riposa : FTC ATOMIUM


Classifica 17° Giornata – 5 Marzo 2012
Squadra
P
G
V
N
P
GF
GS
Mi
Dr
FC TAURINIA
42
14
14
0
0
45
11
12
34
WARRIORS
32
13
10
2
1
29
17
5
12
SAN GIORGIO
29
13
9
2
2
24
13
4
11
FUTURE FASHION
28
12
9
1
2
35
15
6
20
AUTOFFICINA NOTARI
26
13
9
1
4
36
22
-4
14
FTC ATOMIUM
25
14
8
1
5
38
26
-1
12
DRINK TIM
24
14
7
3
4
37
23
-4
14
A.S.D. 1836
23
14
7
2
5
35
31
-5
4
PROEVOLUTION
22
14
7
1
6
30
30
-6
0
BARACCA SPLIT
19
15
6
1
8
26
43
-10
-17
OLIMPIK
16
14
4
4
6
19
26
-13
-7
GIO.NE.GIO
13
14
3
4
7
24
30
-13
-6
SPORT CARS
11
13
3
2
8
24
37
-16
-13
BLUES
11
14
2
5
7
34
49
-13
-15
ASD WILLY NILLY
10
15
2
4
9
17
30
-19
-13
A.S.D.PROASMA CALCIO
10
14
3
1
10
18
36
-22
-18
TNT SPORTING CLUB
9
11
2
3
6
21
26
-16
-5
ROVERS GRANATA
9
13
2
3
8
15
28
-16
-13
CRAL O.I.R.M.
6
13
1
3
9
16
33
-21
-17